*la verità, vi prego,sull'amore*

*la verità, vi prego,sull'amore*
*stelle tra i pensiei ingarbugliati*

martedì 10 agosto 2010

una storia che non ho finito..e che non finirà mai.



Sentite questo rumore di pentolame incasinato, mestoli che sbattono di qua e di là su pentoloni da strega? Un assolo di ottoni si potrebbe dire se solo non fossero in rame; bè lo sentite? E sentite anche questo strano odore? No! No! Quelli sono dei calzini sporchi, acqua! No! Nemmeno questo è: è etciu , scusate questo appunto era il gatto Amilcare, fuochino però ci siete quasi!


Bravi! Questo!! odore di spezie e latte, e la magnifica sinfonia di pastafrolla che sta lentamente nuvolando dentro al forno? e poi ancora dal tavolo non vi sembra stia arrivando un sorso di succo d’amarena?


Ehi ma attenzione! Ehi tu!dove credi andare, non ti puoi mica buttare dentro al pentolone delle meringhe, ora stai qui fermo che ti spiego chi è l’autrice di queste meravigliose creazioni.


Tempo fa , in questa casa dove c’è un giardino come guardiano per tenersi al sicuro dai malintenzionati e due torrette, in ognuna 2 letti a castello con piumoni a quadri uno diverso dall’altro , vicine comunicanti.


Abitava una famiglia strampalata composta dall’infaticabile mamma Mare, dal malinconico e un po’ pazzo pianista papà Uam ( chiamato così dai suoi sonori sbadigli) e da quattro piccole pulci pestifere, tre maschi puzzolenti e fantasiosi, tre faccine da teppa mica male, spiritosi un po’ spiritati il cui gioco preferito era “chi è il capo dei rutti della settimana” in premio l’assoluta obbedienza dei fratelli per i restanti sette giorni.


Tra questi malefici ermellini dal pelo arruffato fioriva una piccola bambolina, dai capelli color delle stelle, occhi e bocca guardinghi e curiosi, la bocca infatti si divertiva in certe espressioni che la piccola non controllava, sì!si dilettava in linguacce e pernacchie verso tutti i componenti della famiglia, soprattutto verso gli amati e odiati fratelli.


Una donnina, oltre alla dolce mamma, da cui però provenivano degli urli mai sentiti ( i vicini li chiamavano resuscita morti!)dicevo una piccola donnina persa in questa casa piena di pericoli a due braccia e due gambe..in totale 28 artigli fate voi..ah!sì nella somma sono comprese anche quelle dei nonni che vivevano a due case di distanza ma che in pratica erano sempre a zonzo in casa loro.


Questa piccolo fiore del deserto aveva un unico sogno. Cucinare i sogni. In questo sarebbe diventata la regina, trovava un non so che di frizzante nell’amalgamare gli ingredienti, un po’ come si amalgama la vita, spezie, sale, quanto basta di limone e tanto,tanto zucchero.

I giorni erano scanditi da minuti sempre pieni, la nostra beniamina non si annoiava pressoché mai

1 commento:

le pupille gustative ha detto...

Certo che non finirà mai. Come il bene che ti voglio, infinito SorellaMIa. E' verissimo, il mio sogno è cucinare i sogni. e solo tu potevi essere in grado di tradurlo in parole, nessun altro ci sarebbe riuscito così bene. I sogni profumano di spezie dolci e piccanti la nostra vita. Non smettiamo mai di sognare, perchè solo i nostri sogni riescono a darci queste emozioni così belle tradotte in brividi che corrono sulla pelle. Ti adoro. PerSempre.