*la verità, vi prego,sull'amore*

*la verità, vi prego,sull'amore*
*stelle tra i pensiei ingarbugliati*

mercoledì 31 marzo 2010

venerdì 26 marzo 2010


Voglio che tu sappia
Una cosa.
Tu sai com’è questa cosa:
se guardo
la luna di cristallo, il ramo rosso
del lento autunno alla mia finestra,
se tocco
vicino al fuoco
l’impalpabile cenere
o il rugoso corpo della legna,
tutto mi conduce a te,
come se cio’ che esiste
aromi, luce, metalli,
fossero piccole navi che vanno
verso le tue isole che m’attendono.
Orbene,
se a poco a poco cessi di amarmi
cesserò d’amarti poco a poco.
“ Se d’improvviso
mi dimentichi,
non cercarmi,
chè già ti avrò dimenticata “
Se consideri lungo e pazzo
il vento di bandiere
Che passa per la mia vita
e ti decidi
a lasciarmi sulla riva
del cuore in cui ho le radici,
pensa
che in quel giorno,
in quell’ora,
leverò in alto le braccia
e le mie radici usciranno
a cercare altra terra.
Ma
se ogni giorno,
ogni ora
senti che a me sei destinata
con dolcezza implacabile.
Se ogni giorno sale
alle tue labbra un fiore a cercarmi,
ahi, amor mio, ahi mia,
in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne né si dimentica,
il mio amore si nutre del tuo amore, amata,
e finchè tu vivrai starà tra le tue braccia
senza uscire dalle mie.


pablo neruda.

giovedì 25 marzo 2010

una notte blu.color dell'iris*

vorrei sognare una notte blu color dell'iris. dentro agli occhi di Andrea. dentro ai miei. vorrei sognare mare, e respirare. scivolare lontano dalla malinconia, camminare sul mio presente. sopra questo Oceano di luna. con scarpette di diamante. resistenti a tutto. anche all'Amore.*

la strana sensazione del chilosà*

tolgo gli ultimi sogni dagli occhi e scendo dal letto.
riordino i pensieri persi durante la notte.
non mi ricordo perchè ho addosso questa strana sensazione di chilosà.
E mi scaldo dentro a una tazza di caffè imbambolandomi davanti alla finestra.
ancora dieci minuti di nulla.
poi giuro!inizio questo nuovo oggi.

lunedì 22 marzo 2010

boccetta e diffusore*


Sentirò un nuovo profumo attorno a me.

Gli alberi parleranno con voce sottile.

I baci torneranno indietro, dentro al cuore.

E appagheranno la fame che abbiamo.

Piove ed è primavera, piove una pioggia sottile, come l’acqua di colonia.

Voglio addosso l’aroma della vita, della stagioni che passano.

una goccia si aggrappa alla ringhiera del balcone.

Piedi nudi.

Inspiro l’aria fresca.

Eau de vie*

venerdì 12 marzo 2010

http://lepupillegustative.blogspot.com/

Ricetta per sforma boscotti di giringellino allo sfirinfullà*



Ingredienti:

Cremosa, latte un pò di scorza di giringillà, quanto basta di zucchero.

un pizzico di sfarffamellata.

aggiungi pian piano lulliblu e nocinocciolose. Dosi a piacere, più vi divertite, più sarà sicura la riuscita del nostro sforma bOscotto.


Preparazione:

mischiare il tutto in una ciotola grande come un ditale.

poi prendere il pentolone della nonna, quello per la polenta da centomila invitati.

di rame possibilmente (i nani lavorano molto bene questo tipo di metallo).


versare il composto e cominciare a mescolare con molta calma, più ne si ha più il risultato sarà buonissimo. (tempo previsto circa 36 settimane, deve cuocere pian piano, giorno e notte)

il mestolo in puro legno di castagno è necessario per regalare agli assaggiatori del nostro dolce una lieta sorpresa.

non spaventatevi se dopo la degustazione vedrete i vostri invitati sognanti.

mentre cuoce, da 1 millilitro di composto ne otterrete circa 1 litro.

Rovesciare con golosità il risultato cremottoloso in formine del mare, canticchiare una filastrocca e infornare.

Mentre aspettate è consigliato non accendere la televisione per non disturbare i boscottosi, potrete però ascoltare la musica che amate o leggere un buon libro.


Al Drindrin del forno siate pronti a prendere le formine , girarle sul vassoio e a scoprirle, velocemente mi raccomando, come se scartaste i regali di Natale.


Spero che arrivati a questo punto vi nasca un grosso sorriso e siate pronti all’assaggio.

Mordicchiate dolcemente, amorevolmente e srfittellatamente.


Ora. Sognate dei sogni che avrete gustandovi i vostri boscotti di giringellino allo sfirinfullà.


n.d.r


Non soffermatevi con le amiche a discutere sul colore, perdereste solo tempo, in quanto ogni boscottoso è unico.

Del resto voi siete uniche.

La gamma di colori è infinita.



Questa è per te Kya. Per i sogni che fanno sognare.e a volte si realizzano*





martedì 9 marzo 2010

draghi di famiglia*


La mia famiglia è un po’ particolare.Intendiamoci a prima vista sembra tutto normale, ma la mamma mi ha raccontato proprio l’altro giorno che ognuno di noi ha un drago personale.

È successo in seguito a eventi che si sono manifestati in casa per diverse volte e io non capivo perché.Ciotole di biscotti rovesciate e finite, cassetti nella mia camera aperti e avevo appena messo a posto; inizialmente pensavo fossero stati i soliti fantasmi furbacchioni che ogni tanto vengono a trovarci.

Ma voglio raccontarvi tutto per ordine.

Quella mattina in cucina trovammo un caos di proporzioni gigantesche. Io e la mamma rimanemmo fermi sulla soglia.

“l’avevo detto io a tuo padre!”

“cosa mamma?chi è stato?” ero un po’ impaurito ad essere sincero pensavo fossero entrati i ladri.

“gliel’avevo detto io che non aveva mangiato abbastanza!”

“vuoi dire che è stato papà?” dissi allungando tutte le parole, allibito.

“no amore ah!ah!ah! è vero che tuo padre mangia come un drago ma no!ah!ah!ah! non è stato lui”

“allora sono stati i fantasmi furbacchioni?eh mamy?”

“nemmeno! Sono in vacanza a Honolulu adesso ti spiego tutto, siediti che metto su il latte”

E così feci, presi dalla dispensa dello sgabuzzino dei biscotti che erano rimasti nascosti dietro a delle conserve e si erano salvati.

“ti ricordi un po’ di giorni fa che avevo detto a papà di comprare la farina che dovevo fare delle crostate..”

“sì che te ne serviva taaanta..”

“bravo! Me ne serviva così tanta perché dovevo fare tante crostate e secondo te perché?”

Alla mamma piace un sacco questo giochino della fantasia, in particolare della mia,vuole sempre sapere cosa ne penso perché si innamora delle mie supposizioni.

Non so cosa ci trova, a me sembrano tutte così normali, pensate che un giorno volevo sapere perché ero biondo.

“oro” sottolineò lei. (ci tiene da morire!)

“sì mamma! Oro ok ma perché?” e come se non lo sapessi arrivò la domanda: “secondo te perché?”

Ci pensai un po’ su: “per me perché nonno Ninì è un gioielliere!”

Lei mi guardò con degli occhi dolci “diciamo che è per questo motivo principalmente e anche perché, alcuni elementi che ci caratterizzano ci vengono regalati dai nostri parenti, hai mai fatto caso che papà ha lo stesso mento della nonna, la sua mamma?” Ora capite?

Ma tornando a quella mattina ero pronto a risponderle quando suonò il campanello, la zia! io rimasi in cucina imbambolato a guardare i pochi resti delle briciole per terra, mamma sentivo parlava sommessamente con la zia, poi si salutarono veloci ed io stavo per darle la mia spiegazione.

“mammuz io so cos’è successo! Tu e papà avete un altro amico strano (con tutti quelli che avevo conosciuto, sicuro c’avevo azzeccato!) che tornato da un viaggio nei mari del sud è passato di qui ieri sera mentre io ero già a letto, era affamato e s’è scofanato tutto il frigo.”

Mamma rimase un po’ perplessa. “ma credi veramente che abbiamo amici strani io e tuo padre?” . (ah! Ecco perché la perplessità!)

“no! Insomma sì, non proprio normali, come quelli dei miei amici..”

“Pan!speciali, si dice speciali !e comunque no bello!non è passato nessuno, dei nostri ehm amici, ma qualcuno è passato o per meglio dire non è proprio passato c’è sempre stato e ha fatto uno spuntino in cucina..”

(chiamalo spuntino!)

“..e forse ho sbagliato a dire che non è un nostro amico, perché lo è, ed è un buonissimo amico di papà e anche mio ma soprattutto di papà si chiama Veron..”

Avevo le mani nei capelli e mi stavano fumando le orecchie.Lei bevve un sorso di caffè latte.

“..sì Pan capisco la tua confusione. Inizierò dall’inizio, sarò breve e avrò tatto.Ognuno di noi ha un drago..”

(e chiamalo tatto!) Il latte era scaduto e stava avendo effetti strani su mia madre.

“..prima di fare quella faccia fammi finire, dicevo, sì carino ognuno di noi ha un drago, hai presente gli angeli custodi, ci sono anche quelli, cioè loro ci sono ma sono impegnati a mettere a posto la nostra anima, mentre i draghi sono con noi tutto il giorno, tutti i giorni a tutte le ore..”

“mamma..”(stavo seriamente pensando di chiamare l’ambulanza)

“ e dai Pan non ti sto dicendo bugie fammi concludere, i draghi svolgono il compito più pratico, un po’ più sporco del tipo, se stai per cadere ti prendono per la collottola e non ti fai male, se stai per ingozzarti e non c’è nessuno ti tirano una bella sberletta sulla schiena così che sputi il boccone, trovano gli oggetti che spariscono in casa per il nostro risaputo disordine. A volte per dispetto succede anche il contrario devo dire..comunque ci aiutano, come si dice, ci sorvegliano.”

“va bene, e com’è che non ne ho mai visto uno? Eh? Com’è?”

“sono invisibili!”

“ e com’è che tu sai che sono draghi, piuttosto che parameci?”
“perché pensi che i parameci possano avere minimamente la forza di un drago, anche se il drago nasce e cresce con te, quindi ha un’altezza pressoché uguale alla tua, ma diamine un paramecio no!”

“e come faccio ad esserne sicuro?”

“devi crederci e basta, ti sembra che potrebbero essere visibili? Sai che casino in città!?”

“no Ma! Dai non è possibile!”

“va bene! Sei una testa dura, ma anch’io quando lo scoprii ho detto alla nonna la stessa cosa!”

"e lei che fece?”

“questo!”

In quel momento mamma fece una cosa strana battè le mani tre volte, si tirò la treccia e fece..fece un rutto!”

Avete capito bene un rutto, digerì come direbbe lei, e poi infatti si mise subito la mano davanti alla bocca.

Affianco al corpo di mia madre comparve piano piano una figura, verdiccia squamata col dorso rosa pieno di creste e sulla testa due cornina anch’esse rosa(ecco perché ogni tanto comparivano alla mamma, soprattutto quando si arrabbia, e io che pensavo di avere delle allucinazioni!)a poco a poco il drago era totalmente visibile apparsero quindi due occhioni verdi e sulla bocca grande si apriva un bel sorriso furbo.

“lei è BabaG la mia draghessa!”

Ora stavo per diventare invisibile io.. ma mai come quando mamma disse: “e lui è Pippibho!”

Girai lo sguardo e sul tavolo con le zampe a penzoloni c’era un drago grande quanto me, era tutto blu, anche lui aveva delle creste sul dorso più piccole ma davano l’idea di essere affilate, dalle narici usciva una strano fumo bluastro e anche i suoi occhi erano del colore del mare, mi guardava e sembrava sperasse che lo salutassi, o qualcosa del genere.

“ma-ma-mamm-a” ebbi uno scatto veloce che mi fece perdere l’equilibrio e la sedia barcollò, io con lei, la mia faccia stava praticamente spiattellandosi a terra.

Aprii gli occhi e avevo il pavimento a due centimetri dal naso, qualcosa mi teneva su dal sedere e dalla maglia del pigiama.

Non mi sorpresi a scoprire chi fosse e un timido “grazie” uscì dalla mia bocca.Pippibho era contento!

Ritrovato l’equilibrio fisico cercavo dove fosse finito quello psichico.“allora adesso mi credi?”

“sì mamma ti credo, ma allora è stato lui a combinare questo mega macello sta notte?”
“no! È stato Veron il drago di tuo padre, vedi loro assomigliano molto a noi, nascono con noi e acquisiscono molti dei nostri modi d’essere, per questo Veron l’altra notte s’è abbuffato non aveva mangiato per tutto il giorno, poi papà è andato ad allenarsi(e non sai quanto Veron perda energie in quelle occasioni per proteggere tuo padre)tornando ha dimenticato la sua porzione di cena, il resto vien da sé immagino tu conosca papà!”

“ed è anche per questo che dovevi fare mille crostate?” Mamma annuì.

Mentre parlavamo i due draghi non s’erano mai mossi, rimanevano sempre vicino alla schiena di mamma e mia.

Effettivamente BabaG aveva dei particolari che ricordavano mia madre, e anche Pippibho si sapeva distrarre velocemente proprio come me.

Ero un po’ sconvolto lo ammetto ma ragazzi, vi rendete conto di che scoperta avevo fatto?

Ero secondo dopo secondo sempre più felice, avrei avuto un compagno con cui giocare sempre semprissimo, e anche i miei amici ce l’avevano, probabilmente.

“mamma anche i miei amici hanno un drago come noi?”

“sì amore, ma come ti ho detto assomigliano molto alle persone con cui nascono, il loro compito è uguale per tutti ma ci sono draghi e draghi, alcuni un po’ più bravi d’altri quindi bisogna fare attenzione alle persone con cui giocare, non tutti poi conoscono la loro esistenza e per tutta la vita non li vedranno mai. Ora che sai questo so che saprai come gestirti, ricorda che Pippibho è molto simile a te quindi cerca sempre di comportarti in modo giusto così che anche lui possa imparare le cose buone e quelle cattive, lui ti proteggerà comunque sempre, un po’ come facciamo io e papà con te!”

Guardai Pippibho che stava cercando non so che sopra la mia testa, lui si accorse del mio sguardo e mi sorrise e io contraccambiai, “ciao!” gli dissi, lui mi lecco una guancia. Mamma s’era girata a lavare le tazze e BabaG la stava aiutando.

“grazie mamma!”

“niente tesoro, te l’avevo detto che non ti racconto bugie!”

“poi però mi racconti come te l’ha detto nonna? E papà?” - “si ma ora vai a lavarti ok?”

“ok!” scesi dalla seggiola aspettai Pippibho “andiamo?” il mio drago annuì. Il mio drago. Che figata!ops scusate ma che dire?

Bè ora devo solo capire che formula serve per farlo apparire. Basta che invece che rut..digerire non debba fare qualcos’altro di peggio!





*n.d.r.-La leggenda narra: DOPO L’UCCISIONE DEL DRAGO DA PARTE DI S.GIORGIO L’ANIMALE SALì IN CIELO E DOPO AVER FATTO DUE CHIACCHERE CON DIO, TORNò SULLA TERRA COME PROTETTORE DEL SANTO.


OGNI DRAGO DOPO DI LUI PROSEGUì LA MISSIONE.

domenica 7 marzo 2010

lima!lima!lima!

delineare il proprio profilo è un lavoro estenuante.

un lavoraccio!

a volte è delineato talmente bene che guardandosi da lontano è sfuocato.

sfumano i colori.

delineare il proprio profilo è un lavoro di fino.

IL GIROTONDO DI DALIA*

Sai di margherite di primavera.

Occhi magici di violette e bacche nascoste tra i biancospini.

Girandole di fantasia scorrono sopra le tue piccole mani, una nuvola di zucchero filato fa da cuscino alla tua nanna.

Mamma e papà si sono innamorati di nuovo.

Primavera dolce che ha inondato questa casa, l’hai fatta profumare di te, della tua curiosa vita.

Una casa che spunta su una collina, circondata dai cerchi delle fate, colorata di tutti i colori che mamma ha creato per te.

Che ti abbraccino mentre salterai la corda o quando guarderai il cielo.

E deciderai tu di che colore sarà!

Di una musica fresca che papà ha scritto per te, per cullarti nel mondo, per farti sentire libera di correre ovunque vorrai.

Per sapere che c’è una tana dove tornare quando avrai bisogno di coccole.

Per questa tua grandiosa avventura appena iniziata.

Un bacio soffiato su un amuleto per proteggerti, una mano che ti accarezza e non ti lascerà mai.

Il tuo profumo inebria ogni cosa, labbra di lampone.

Una formula magica scriverà la tua storia e la soffierà tra le stelle.

La tua vita sarà speziata e immensamente magica.

Piccola Dalia, ben arrivata! giocheremo insieme il girotondo della vita.

Vedrai sarà un’avventura meravigliosa!

Buon viaggio!

venerdì 5 marzo 2010

La pettirossina Viola.

Viola aveva cercato per tanto tempo un albero dove avrebbe fatto il nido e covare tranquilla le sue uova.

Dopo vari svolazzamenti scelse Anselmo.

Un albero maestoso e bello, cresceva in un posto tranquillo e dai suoi rami si scorgevano sia il mare che i soffici campi arati.

Dopo essersi presentati Anselmo non ebbe problemi a prestarsi come casetta per il piccolo uccellino, e ammirava come Viola costruiva diligente il suo nido.

Un giorno Anselmo si svegliò e Viola tutta felice gli presentò le piccole uova che erano nate e che dolcemente lei stava covando.

L’albero si sentì molto fiero e si proclamò nonno dei futuri pettirossi.

Durante la giornata il cielo cambiò e divenne tutto grigio.

“arriverà un classico temporale estivo, bene, bene, così mi disseterò e sarò ancora più forte per i mie nipotini” disse Anselmo.

“speriamo passi in fretta perché altrimenti mi inzuppo tutta” ribadì la pettirossina.

“non preoccuparti le mie foglie e i miei frutti vi terranno al sicuro” e così dicendo l’albero accennò un grande sorriso.

I frutti che aveva sui rami erano delle bellissime e grandi mele rosse e ne era certo, avrebbero protetto per bene i suoi piccoli amici!

Incominciò a piovere prima pian pianino plink plink , poi sempre più forte, plink plank plonk plonk plunk!

Viola sembrava un po’ preoccupata e chiamò il suo amico: “Anselmo che dici a me non sembra voglia smettere poi, hai visto che lampi?”

“già e adesso arriverà anche il tuono” non finì quasi la frase che..SARABRANGHETE! tutto intorno rimbombò.

“che botta ragazzi! Meno male che non c’è il vento”

Ma proprio in quel momento tutti gli alberi del bosco lontano e lo stesso Anselmo incominciarono a danzare il ballo del piega-piega i rami di qua e di là.

Anche Viola senza volerlo si ritrovò a dondolare a destra e a sinistra.

“non preoccuparti” la voce di Anselmo arrivava profonda.

“tieni il mio ritmo, non opporti se no è peggio, rischiereste di cadere, fidati di me e dei miei figli rami, vi teniamo su noi!”

Detto questo la pettirossina pur essendo molto spaventata per i suoi piccoli e per sé fece quello che le era stato detto dal vecchio albero che vedeva, si stava dando un gran da fare per ballare nel modo più delicato possibile.

Mentre il vento continuava a divertirsi e a far danzare tutti gli alberi, Viola si mise a canticchiare una dolce melodia, per tranquillizzarsi e ninnare i suoi piccoli.

E come d’incanto la canzoncina fu trasportata dal vento.

Le nuvole, i lampi e i tuoni la sentirono e cominciarono a quietarsi, anche il vento stesso ormai sembrava più una brezza primaverile.

La pioggia cessò, il cielo grigio fece posto a un timido sole.

E si fecero sentire di nuovo tutti i rumori della natura.

Anselmo guardò dal basso verso l’alto la dolce pettirossina che ignara del suo potere stava ancora canticchiando la melodia.

Tutt’intorno si rasserenò e l’estate inondava di nuovo i campi, il cielo e il mare.

I mesi passarano, i piccoli di Viola nacquero sereni e tranquilli erano tre:

Anselmo junior, che chissà per quale caso sembrava avesse ereditato la saggezza del melo, Guetta perché cinguettava sempre e Uragano perché giocava dalla mattina alla sera sbattendo di qua e di là e sembrava proprio facesse la danza del piega-piega.

I temporali in quella zona aumentarono leggermente, i metereologi non se ne capacitarono, ma la risposta è molto semplice.

E forse tu la sai già!

Tuoni, lampi, nuvole cariche e vento erano felici di tornare perché non vedevano l’ora di sentire la piccola pettirossina Viola canticchiare felice la dolce melodia.