*la verità, vi prego,sull'amore*

*la verità, vi prego,sull'amore*
*stelle tra i pensiei ingarbugliati*

venerdì 5 marzo 2010

La pettirossina Viola.

Viola aveva cercato per tanto tempo un albero dove avrebbe fatto il nido e covare tranquilla le sue uova.

Dopo vari svolazzamenti scelse Anselmo.

Un albero maestoso e bello, cresceva in un posto tranquillo e dai suoi rami si scorgevano sia il mare che i soffici campi arati.

Dopo essersi presentati Anselmo non ebbe problemi a prestarsi come casetta per il piccolo uccellino, e ammirava come Viola costruiva diligente il suo nido.

Un giorno Anselmo si svegliò e Viola tutta felice gli presentò le piccole uova che erano nate e che dolcemente lei stava covando.

L’albero si sentì molto fiero e si proclamò nonno dei futuri pettirossi.

Durante la giornata il cielo cambiò e divenne tutto grigio.

“arriverà un classico temporale estivo, bene, bene, così mi disseterò e sarò ancora più forte per i mie nipotini” disse Anselmo.

“speriamo passi in fretta perché altrimenti mi inzuppo tutta” ribadì la pettirossina.

“non preoccuparti le mie foglie e i miei frutti vi terranno al sicuro” e così dicendo l’albero accennò un grande sorriso.

I frutti che aveva sui rami erano delle bellissime e grandi mele rosse e ne era certo, avrebbero protetto per bene i suoi piccoli amici!

Incominciò a piovere prima pian pianino plink plink , poi sempre più forte, plink plank plonk plonk plunk!

Viola sembrava un po’ preoccupata e chiamò il suo amico: “Anselmo che dici a me non sembra voglia smettere poi, hai visto che lampi?”

“già e adesso arriverà anche il tuono” non finì quasi la frase che..SARABRANGHETE! tutto intorno rimbombò.

“che botta ragazzi! Meno male che non c’è il vento”

Ma proprio in quel momento tutti gli alberi del bosco lontano e lo stesso Anselmo incominciarono a danzare il ballo del piega-piega i rami di qua e di là.

Anche Viola senza volerlo si ritrovò a dondolare a destra e a sinistra.

“non preoccuparti” la voce di Anselmo arrivava profonda.

“tieni il mio ritmo, non opporti se no è peggio, rischiereste di cadere, fidati di me e dei miei figli rami, vi teniamo su noi!”

Detto questo la pettirossina pur essendo molto spaventata per i suoi piccoli e per sé fece quello che le era stato detto dal vecchio albero che vedeva, si stava dando un gran da fare per ballare nel modo più delicato possibile.

Mentre il vento continuava a divertirsi e a far danzare tutti gli alberi, Viola si mise a canticchiare una dolce melodia, per tranquillizzarsi e ninnare i suoi piccoli.

E come d’incanto la canzoncina fu trasportata dal vento.

Le nuvole, i lampi e i tuoni la sentirono e cominciarono a quietarsi, anche il vento stesso ormai sembrava più una brezza primaverile.

La pioggia cessò, il cielo grigio fece posto a un timido sole.

E si fecero sentire di nuovo tutti i rumori della natura.

Anselmo guardò dal basso verso l’alto la dolce pettirossina che ignara del suo potere stava ancora canticchiando la melodia.

Tutt’intorno si rasserenò e l’estate inondava di nuovo i campi, il cielo e il mare.

I mesi passarano, i piccoli di Viola nacquero sereni e tranquilli erano tre:

Anselmo junior, che chissà per quale caso sembrava avesse ereditato la saggezza del melo, Guetta perché cinguettava sempre e Uragano perché giocava dalla mattina alla sera sbattendo di qua e di là e sembrava proprio facesse la danza del piega-piega.

I temporali in quella zona aumentarono leggermente, i metereologi non se ne capacitarono, ma la risposta è molto semplice.

E forse tu la sai già!

Tuoni, lampi, nuvole cariche e vento erano felici di tornare perché non vedevano l’ora di sentire la piccola pettirossina Viola canticchiare felice la dolce melodia.

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