*la verità, vi prego,sull'amore*

*la verità, vi prego,sull'amore*
*stelle tra i pensiei ingarbugliati*

martedì 16 dicembre 2008

latte&caffè*

c'è stato un tempo in cui i sogni erano come il latte.
come il caffè.
ti alzavi e ne gustavi il sapore, ti coccolavi rannichiato nel pigiama ancora caldo dalla notte trascorsa e finita la tazza, l'aroma ti si fermava in bocca..
non ti abbandonava.
poi c'era il seguito, di tutte quella azioni che si fanno prima di uscire di casa, o semplicemente ci si ributtava sul divano..magari era domenica.

i sogni come quel sapore che rimaneva tra la lingua e i denti.
che assaporavi e sapevi che sarebbero durati giusto il tempo di una giornata.
la sensazione calda della colazione in casa.
che appena ne avevi ancora bisogno, sarebbe bastato riaccendere il fornello e caricare la caffettiera.

ora è il gusto dei sogni rimane troppo spesso rinchiuso nel barattolo.
e la bottiglia del latte ha la scadenza già scaduta, neanche buona per darla al gatto..

la cosa bella pero' è che sappiamo che il barattolo è sempre li', nella credenza, e il latte si puo' ricomprare.
che prezzo hanno i sogni?

a volte sono costosissimi.
spero almeno che a detterne le scandenze possa essere io!

mercoledì 29 ottobre 2008

amore oro!

Un amore dolce e fragile, un bacio senza sospiro e sospiri che aspettano.
Labbra dolci e rosse, carnose.
Ventagli, da dove si affacciano sguardi, occhi d’orati che scrutano e stanno in silenzio, fino ad un bagliore, che sussulta il cuore.
Musica che si eleva, festa, fatta di maschere e di sogni perduti, tra vestiti e coriandoli, due anime in cerca di se stesse, amore mai nato e già vissuto. Amore dolce come miele e struggente come un’eco tra le montagne.
Mani che si cercano, donne e uomini che diventano labirinto per gli amanti e calamite dello stesso polo, vana sembra la speranza, e i due cuori diventano pesanti, lacrime si mischiano alle stelle riflesse nelle pozzanghere del temporale che s’annuncia, lampi chiamano tuoni, la voce di lei innalza al cielo il nome del suo amore trafiggendo il boato che dal cielo riecheggia su questa povera terra che verrà dissetata, lasciando le fragili carni in un deserto senza oasi.
Chi verrà a portare voce amica? Chi si farà veste di tanta dolcezza?
Mai s’erano viste stelle tanto avverse .
Nel vagare tra i boschi illuminati da lucciole le ginocchia di lui, sono intorpidite dal dolore, di non avere una via che le conduce, le nubi coprono gli astri; e lui è un mercante di spezie in mezzo al mare, in questa notte insulsa, in cui, probabilmente la regina delle fate in collera con Oberon condanna tutti gli uomini lasciandoli dispersi, lontani dal loro amore.
“Per mani fatate dunque, lei non sarà mia? per ciò di cui non ho colpa non potrò riavere i suoi occhi e assaggiare le sue labbra? correrei insieme al vento per arrivare da lei, ma strani sortilegi mi lasciano immobile come una statua, e i piedi miei non azzardano passi più veloci di mille passi d’una formica oh! acqua scendi, mescola e te questo mio corpo, lasciami diventare cascata e scivolare da lei, così che io possa almeno sciacquarle il viso dalle pene e sfiorarla ancora una volta, se così non sarà allora innaffiami come se dovessi mettere radici in questo bosco. ”
Parole volarono come falchi insieme al vento, a lei, dolce figura vestita di fili d’orati tessuti dalle fate il cuore le si tuffò dal petto alla gola come un boccone troppo amaro “oh! Amore non voglio essere io Dafne, tu certo sei il mio Apollo ma sarebbe una fine ingiusta ed io non posso vivere senza il sangue che ti colora le labbra e senza la luce che lambisce i tuoi occhi, vieni da me perché questo mio corpo sembra essersi dimenticato chi lo guida, e non ho ali che mi trasportino se no ascoltami! già esistevo tra le tue braccia.”
La musica della festa lascia pian piano il suo posto al silenzio della pioggia che cade, in un crescendo di note, cade su ogni cosa, su foglie, erba e terra sui capelli mossi di lui seguendo il profilo del viso, scivolando tra le vene delle braccia stanche, appoggiate alla corteccia d’un albero diventando una cosa sola con essa, scende l’acqua da tutto se stesso e cade a terra insieme alle sue lacrime, il corpo immobile, intorno a lui c’è solo il viso di lei, che non ha nome, che profuma d’inizio estate e della sua fine.
Quale legge ha scritto in sé l’amore? Chi ebbe tale fortuna da riuscire a tramutarlo in parole? Solo colui che ne fu travolto o avvelenato può averne conosciuto il linguaggio, se veramente ne esiste alcuno.
Amore oro e diamante nato da stelle cadenti e da alito Divino, bacio inconsapevole della bellezza assoluta, contraddizione di ogni atomo, esistenza di cui dissetarsi dolce e infinito come il nettare degli dei; chi di te scrive ha mani insaziate del tuo essere e chi di te non parla ha labbra soggiogate dal tuo esistere o dal tuo fiele.

giovedì 9 ottobre 2008

come una foto, come ricordi a colori di ciò che è stato.
il cielo di Milano assapora i miei pensieri e piu' se ne sazia, piu' non è altro che il riflesso di me stessa.
album di risate come i flash delle foto scattate dai semafori.
nottate a cullare i sogni.
sogni di stelle limonate dal mare, estate millenovecento 96 bagni Corallo, Focette.
muri dipinti da queste mani che adesso indossano una fede.
facce di ragazzine a cui hai detto:"ciao io sono..."con quell'aria carina ma dentro morivi di timidezza e speravi di giocare con loro per sempre.
qualcuno ha cambiato cortile e non l'hai piu' visto, altre invece suonano ancora alla porta per scendere a fare merenda.
qualche volta succede che arrivi qualcuno di nuovo e aggiunge qualcosa in piu'!
si mischiano le strade.
si mischiano sospiri.
e io sono qui.

mercoledì 8 ottobre 2008

Alzò la testa verso le nuvole grigie,classiche nuvole milanesi…gli occhi grandi aperti verso i rettangoli di cielo che si aprivano sopra al suo naso.. quante volte ,quel movimento,quante volte in luoghi diversi.. quante volte le era sembrato d non averlo mai fatto…
Milano ha 3 cieli,quello fatto d fili dei tram,quello composto dai ritagli delle case.. e quello vistodai balconi dei piani alti
Quello
libero
quello più vicino all’idea che ogni uomo ha.
Gli occhi ancora rivolti verso l’alto le producono une fabbrica di pensieri Milano,i suoi odori d’autunno e le sue strade così piene di gente che va che viene e chissà se si ferma.. i colori che la seguono e le luci che fra poco verranno….così calde così dolci da mettere anche malinconia.
Il suo lavoro e i suoi sogni le mattine come queste,dove tutto sembra più facile e il pensiero felice sarà una cena con gli amici e le persone che ama di più..suo padre che continua imperterrito a farsi un culo gigante nel lavoro che gli rende il viso così tirato da nn riconoscerlo…e capire che nn è un essere immortale..Dio che bruttto pensiero questo..cancella passa oltre…
OLTREdove?dove il cielo se lo guardi attraverso gli alberi è un cielo uguale ai tuoi pensieri..il tronco sono gli occhi e i rami ciò che ne deriva..una sigaretta perché si sente fragile perché il fumo fa dei bei disegni..perchè fumare d’autunno ha tutto un altro gusto…
Se a 25 anni nn sai ancora cosa fare della tua vita ammazzati..no beh..non proprio in senso letterale ma ammazzati di cose di idee x scoprirlo..se no qui in questa città potresti realmente perderti per strada..e di strade a Milano ce ne sono tante..
I capelli oggi,come del resto tutti gli altri giorni della sua esistenza,non stanno a posto neanche la frangetta più rigorosa e geometricamente perfetta su di lei è un gran casino..dunque ripensa a tutte le sue amiche e si chiede:come mai loro sono sempre così dannatamente in O R D I N E????
Ma non dramattiziamo ci sono cose più gravi nella vita , ad esempio perchè lei e i tacchi non riusciranno mai a vivere in simbiosi..
Questi! cazzo sono i veri prolemi…
Da lì a pochi giorni avrà un piacevole e pauroso incontro con il quarto di secolo!
E proprio non sa come sarà lo scontro…
Potrebbe darsi che non vi sarà nessuna perdita..tranne quella degli anni in meno…ovviamente..ma la difficoltà non sarà questa …sarà l’aggiungersi…sarà il 25…sarà che sembra proprio che la nonna aveva ragione…dopo i venti tutto passa veloce..
Perciò si chiede:quanto in fretta?che succederà? ma più che altro, la nonna, non poteva farsi un po’ i cazzi suoi???

martedì 7 ottobre 2008

Milano.1.


Ferma, l’aria punge le mani e il naso, palazzi davanti a me crescono da un giorno all’altro o magari ci sono sempre stati. Forse sono solo illusioni della mente, vecchie scenografie che riemergono dalle quinte di un palcoscenico; da lontano una musica si alza.
Il vento sposta il mio sguardo, il 16 ancora non si vede e piazza Cordusio è solitaria, affianco a me una signora, anziana, curva su se stessa e sui sacchi della spesa, spero che il tram arrivi, voglio tornare a casa e rinchiudere i miei pensieri .
Che volano sopra questa città, superando i suoi due cieli fatti di cavi elettrici e di ritagli di tetti; che s’addensano nelle vie nascoste illuminate da lanterne opache, e ridono passando attraverso le mura di un castello antico, dorato da una madonnina che sta a guardare.
Di nuovo qua, io e la signora, mi sporgo oltre la banchina in cerca di una luce tonda in lontananza, niente .
Il rumore di una cler, e voci femminili che si sovrappongono mi fanno sentire meno sola, che palle questo stato d’ansia! chissà dove vanno quelle ragazze? magari chiamo Chiara e le chiedo se dopo passa da casa, però non so, vedrò..
La realtà è che: credevo possibile un amore, ma se a 25 anni non sai cosa fare della tua vita come pretendere di poter avere la cosa più evanescente e meravigliosa, non essendo ancora uno scultore?
La luce del cielo s’è fatta buia e poche sono le finestre accese, dove all’interno una famiglia si riunirà e si siederà insieme a tavola, per lo più appartengono a grosse aziende e sicuramente chi c’è dentro non si sta sedendo a tavola ma ad un tavolo, magari di vetro sorretto da pilastri di marmo, sopra ad esso poche cose: un telefono, un completo da scrittoio, pochi fogli ed un pc, ai lati della stanza due poltrone di pelle nera affiancate da quelle lampade a stelo lungo che fanno molto minimal cool.
L’uomo che fa parte dell’arredamento è concentrato su un documento, è il primo giorno in quell’ufficio e non vuole fare brutta figura con chi ha creduto in lui; si contorce e sospira ma le idee hanno preso un indirizzo sbagliato e non riesce più a confluirle. Non è di Milano, arriva dalla toscana, è da poco in città, e in quel momento desidererebbe tanto conoscere un po’ di più le strade della sua nuova casa, semplicemente per non dovere ogni volta accontentarsi di un panino del Mc Donald lì sotto.
Il mio tram s’è perso, l’ho capito!
Un uomo in un ufficio, qui davanti a me, io e la mia fantasia e di nuovo penso: ora lui è lassù e un roseto di problemi lo avvolge vorrebbe uscire ma, dove andare? alzerà gli occhi al soffitto, scoprirà ornati d’acanto circondarlo e si soffermerà sulla distanza che c’è tra il suo corpo e la volta, sospirerà di nuovo e violentemente lo sguardo ricadrà in basso, ai suoi piedi, a quelle scarpe ben lucidate, farà otto passi, scosterà la tenda e s’affaccerà..
Cazz OdDio!
Dall’ altra parte della strada davanti alla fermata del tram se guardi dritto davanti a te dove proprio ora cammina piano un gatto, un po’ più in su del portone in ferro battuto, più in su del balcone adorno d’edera, ecco! proprio lì una finestra ha illuminato l’aria,dei tendaggi sono stati spostati e dalla penombra prende forma la figura di un…
Rumore di rotaie, il tram frena veloce, le porte si aprono, i miei occhi ancora sgranati, una voce: “andiamo a casa signorina??” chi è? mi giro, nessuno, solo la vecchietta e la sua spesa, “sì andiamo”dico a bassa voce, vorrei girarmi e guardare la finestra ma.. l’ipod è già nelle orecchie e mi lascio scivolare insieme alle vie, via, come la pioggia quando batte sui vetri e tutta Milano è un quadro impressionista
.