*la verità, vi prego,sull'amore*

*la verità, vi prego,sull'amore*
*stelle tra i pensiei ingarbugliati*

martedì 7 ottobre 2008

Milano.1.


Ferma, l’aria punge le mani e il naso, palazzi davanti a me crescono da un giorno all’altro o magari ci sono sempre stati. Forse sono solo illusioni della mente, vecchie scenografie che riemergono dalle quinte di un palcoscenico; da lontano una musica si alza.
Il vento sposta il mio sguardo, il 16 ancora non si vede e piazza Cordusio è solitaria, affianco a me una signora, anziana, curva su se stessa e sui sacchi della spesa, spero che il tram arrivi, voglio tornare a casa e rinchiudere i miei pensieri .
Che volano sopra questa città, superando i suoi due cieli fatti di cavi elettrici e di ritagli di tetti; che s’addensano nelle vie nascoste illuminate da lanterne opache, e ridono passando attraverso le mura di un castello antico, dorato da una madonnina che sta a guardare.
Di nuovo qua, io e la signora, mi sporgo oltre la banchina in cerca di una luce tonda in lontananza, niente .
Il rumore di una cler, e voci femminili che si sovrappongono mi fanno sentire meno sola, che palle questo stato d’ansia! chissà dove vanno quelle ragazze? magari chiamo Chiara e le chiedo se dopo passa da casa, però non so, vedrò..
La realtà è che: credevo possibile un amore, ma se a 25 anni non sai cosa fare della tua vita come pretendere di poter avere la cosa più evanescente e meravigliosa, non essendo ancora uno scultore?
La luce del cielo s’è fatta buia e poche sono le finestre accese, dove all’interno una famiglia si riunirà e si siederà insieme a tavola, per lo più appartengono a grosse aziende e sicuramente chi c’è dentro non si sta sedendo a tavola ma ad un tavolo, magari di vetro sorretto da pilastri di marmo, sopra ad esso poche cose: un telefono, un completo da scrittoio, pochi fogli ed un pc, ai lati della stanza due poltrone di pelle nera affiancate da quelle lampade a stelo lungo che fanno molto minimal cool.
L’uomo che fa parte dell’arredamento è concentrato su un documento, è il primo giorno in quell’ufficio e non vuole fare brutta figura con chi ha creduto in lui; si contorce e sospira ma le idee hanno preso un indirizzo sbagliato e non riesce più a confluirle. Non è di Milano, arriva dalla toscana, è da poco in città, e in quel momento desidererebbe tanto conoscere un po’ di più le strade della sua nuova casa, semplicemente per non dovere ogni volta accontentarsi di un panino del Mc Donald lì sotto.
Il mio tram s’è perso, l’ho capito!
Un uomo in un ufficio, qui davanti a me, io e la mia fantasia e di nuovo penso: ora lui è lassù e un roseto di problemi lo avvolge vorrebbe uscire ma, dove andare? alzerà gli occhi al soffitto, scoprirà ornati d’acanto circondarlo e si soffermerà sulla distanza che c’è tra il suo corpo e la volta, sospirerà di nuovo e violentemente lo sguardo ricadrà in basso, ai suoi piedi, a quelle scarpe ben lucidate, farà otto passi, scosterà la tenda e s’affaccerà..
Cazz OdDio!
Dall’ altra parte della strada davanti alla fermata del tram se guardi dritto davanti a te dove proprio ora cammina piano un gatto, un po’ più in su del portone in ferro battuto, più in su del balcone adorno d’edera, ecco! proprio lì una finestra ha illuminato l’aria,dei tendaggi sono stati spostati e dalla penombra prende forma la figura di un…
Rumore di rotaie, il tram frena veloce, le porte si aprono, i miei occhi ancora sgranati, una voce: “andiamo a casa signorina??” chi è? mi giro, nessuno, solo la vecchietta e la sua spesa, “sì andiamo”dico a bassa voce, vorrei girarmi e guardare la finestra ma.. l’ipod è già nelle orecchie e mi lascio scivolare insieme alle vie, via, come la pioggia quando batte sui vetri e tutta Milano è un quadro impressionista
.

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